lunedì 28 luglio 2014

LACAN, OGGI. SETTE CONVERSAZIONI PER CAPIRE LACAN

Recensione al libro di Sergio Benvenuto e Antonio Lucci (Mimesis 2014), in Lo Sguardo - Rivista di filosofia, La differenza italiana, N. 15, 2014 

Il Reale, un significante che denota ciò che nella complessità di una vita umana dovrebbe essere un’ancora sicura e immediatamente raggiungibile diventa, con Lacan, il campo dove l’uomo non è più di casa. Sembrava essere tale l’inconscio freudiano, ma anche questo è fatto di pasta significante, ponendosi dunque come il rovescio della coscienza, topologicamente interno al campo dell’esperienza umana simbolico-immaginaria. Reale in Lacan è invece l’impossibile, il flusso dell’esperienza al di là dello spazio logico formato dagli estremi soggetto-oggetto, coscienza-mondo, Io-Altro. «Basti pensare a espressioni correnti come “non ho ancora realizzato che sono vedovo”. E a chi “non realizza” ancora, diciamo “bisogna che tu te ne faccia una ragione”. Implichiamo Reale e Ragione. Queste espressioni dicono in effetti che una cosa è che l’Io sappia certe cose, altra cosa che io “realizzi”».


(Continua su Lo Sguardo - Rivista di filosofia: 


venerdì 25 luglio 2014

BLOB. L'EMORRAGIA DELL'IMMAGINARIO


in "Non fate i bravi. Educare e normalizzare in Italia oggi", a cura di Claudia Boscolo, http://www.psychiatryonline.it/node/5111


Nel 1989, l’allora dirigente di Rai3 Angelo Guglielmi, Enrico Ghezzi e una squadra di autori e critici cinematografici coniano una metafora di successo: la TV come Blob – Fluido mortale, film horror fantascientifico del 1958. Nel film, il Blob è una creatura informe e gelatinosa che invade la Terra, si insidia nelle abitazioni e nei luoghi umani attraverso i condotti di aerazione e attacca gli uomini. Secondo Ghezzi e collaboratori, la televisione italiana del ‘89 era già di questa natura. Penetrata nelle case degli italiani - nei salotti prima, nelle sale da pranzo poi - senza fare rumore, si è diffusa nello spazio vitale e ha aperto un buco nella realtà umana, da cui sgorga, deborda un’altra realtà puramente immaginaria. Tale nuova realtà immaginaria, nella sua mollezza e plasticità, ha avvolto lo schermo tramite cui facciamo esperienza del mondo fuori di noi - in primis il nostro linguaggio - rendendo la cultura stessa gelatinosa, non più strutturata e strutturante. L’immagine della liquidità che ben si adatta ad assumere la forma imposta dai contenitori esterni, senza opporre resistenze, è ancora oggi molto utilizzata per comprendere lo spirito del tempo.



martedì 18 marzo 2014

IL RUOLO DELLA VERTIGINE NELLA FORMAZIONE DEI GIOVANI PSICOLOGI

Del bell’incontro di mercoledì 12 marzo con Pietro Barbetta e Nadine Tabacchi a cura di Rizoma, ciò che conservo è una vivida sensazione di vertigine. Ho cercato di parlarne con l’amica Nadine al termine del seminario, passeggiando per il centro storico.

(Continua su Uniurbpost:  http://post.uniurb.it/?p=5175)



domenica 16 marzo 2014

ATTUALITA' DI LACAN

Lacan non è un autore semplice. La sua opera è ostile alla lettura e alla comprensione. Lo si sente dire spesso e questo libro ci aiuta a capire perché. C’è infatti qualcosa di specifico, in Lacan, ad essere inafferrabile dalla comprensione.
Attualità di Lacan è un libro fatto di contributi filosofici e psicoanalitici. Sappiamo come le due scienze si compenetrino, si informino a vicenda nel suo pensiero. Qual è oggi lo stato dell’arte della filosofia e della psicoanalisi contemporanee? La figura del filosofo e quella dello psicoanalista si trovano oggi a ricevere una domanda comune: la produzione di senso. Interroghiamo lo psicoanalista perché manchiamo di senso, perché il sintomo appare come evento di non-senso. Partecipiamo ai festival di filosofia per costruire grandi narrazioni sui grandi temi dell’esistenza. In particolare, il mainstream psicoanalitico sembrerebbe oggi indirizzato a rendere il soggetto consapevole dell’inconscio, ad istruire l’individuo sul proprio inconscio, il che, come dice bene Alex Pagliardini, equivale ad annullare e bonificare questo calderone di cose scomode e fastidiose. «L’attualità speculativa di Lacan è così la sua inattualità rispetto all’epoca in cui ha vissuto  e si è formato» (Pagliardini, Ronchi, p. 12). Lacan rappresenta un punto di rottura all’interno dell’andazzo psicoanalitico del dopo Freud, quella psicoanalisi ferocemente criticata da Deleuze e Guattari ne L’Anti Edipo. Una psicoanalisi orientata a produrre individui integri e integrati alla società e al principio di realtà da questa dettato.

sabato 15 febbraio 2014

HOLY MOTORS


«La bellezza? Si dice che è nell'occhio, nell'occhio di chi guarda.»
«E se non c'è più nessuno a guardare?»

Per cosa si vive? Cosa ti spinge in avanti? Qual è il tuo sacro motore?
Se non c’è più nessuno a guardare, il lavoro da fare sarà doppio. Far esistere prima l’Altro, il motore delle nostre azioni e della nostra bellezza, aprire gli occhi del pubblico. Poi e solo poi, è possibile la scena. E quanti personaggi bisogna interpretare, quanta bellezza si deve produrre per tenere in vita il pubblico. Ma queste sono le regole del gioco (del cinema o della vita?).
Alla fine, abbiamo addosso la stanchezza del protagonista, della sua giornata lavorativa passata a recitare, emozionare, combattere, essere questo e quello, bello e brutto, per poi scoprire di essere niente o nessuno fuori dal campo visivo, fuori dalla scena che il suo sacro motore crea. E la nostalgia di quando la telecamera era ben visibile, quando «le macchine erano più pesanti di noi». Come a dire: ciò che mi fa vivere è il tuo sguardo, e che sia ampio, che sia grande.
La bellezza del gesto è tale per l’occhio che la guarda, ma la questione che si pone qui non è più di natura estetica. Quando l’occhio è ristretto fino a sembrare chiuso, quando la macchina da presa è diventata invisibile, «cos’è che ti fa andare avanti?».
AS



Holy Motors, di Leos Carax, 2012