Dopo un primo periodo di apprendimento passivo, dopo i primi passi nel campo dell' Università, ho cominciato a farmi qualche domanda. Ad alcune domande sembra non ci siano risposte pronte, o meglio, ci possono anche essere, ma ciò che è importante è che il soggetto assuma la sua risposta. L'assunzione di una risposta sarà, poi, una coordinata simbolica che delimiterà il campo identitario del soggetto. E' una responsabilità!
La mia Domanda, per eccellenza, in quanto studente di psicologia, riguarda ed ha sempre riguardato il problema del Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali. Cosa è in realtà il DSM?
Criticato dai più, alle soglie della sua V edizione, il DSM è la bibbia della psichiatria odierna, un libro che stabilisce chi è malato di mente e chi no.
Mentre penso a cosa scrivere, mi accorgo che faccio fatica ad organizzare un pensiero, perché il tema è tanto complesso quanti sono i piani su cui si gioca il dibattito: ideologia, politica, economia, scienza, statistica. A partire dal 1980, anno della III edizione, la task force del DSM veste il manuale di due nuovi significanti: "ateoretico" e "descrittivo". Sulla ateoreticità si dice spesso nell'Università che sia uno dei maggiori punti di forza del manuale, in quanto da questa scaturisce un linguaggio non "contaminato" da nessuno dei pensieri storici della Psicopatologia, dunque un linguaggio impersonale e, finalmente, universale. La diversità di pensiero, quindi, è stata considerata come un problema al quale si è trovata una soluzione! Ma è davvero possibile muoversi nel campo sconfinato e indefinito della patologia mentale senza utilizzare una teoria, una bussola? E in quanto alla descrittività, penso che termini come "congruo", "bizzarro", "strano", "incoerente", che ricorrono nel manuale, siano viziati da un giudizio personale che tradisce l'intento della nosografia di essere puramente descrittiva.
Credo che i problemi, storicamente, siano cominciati da qui, cioè dal momento in cui è stato deciso di applicare ad una nosografia psichiatrica (descrizione di malattie e diagnosi) uno statuto scientifico forte.
La realtà, però, è che il DSM, ancora oggi, di scientifico ha solo la facciata. Il DSM è lontano tanto dalla Psicopatologia Clinica, dal pensiero psichiatrico, fenomenologico e psicanalitico di tutto il Novecento, quanto dalla scientificità che è supposta essere alla base del manuale. Il DSM non ha nulla di scientifico e le dimostrazioni che avvalorano questa tesi sono moltissime. Nelle facoltà di psicologia studiamo valanghe di pagine che parlano del DSM e non mi è mai capitato di leggere nulla di positivo riguardo al manuale. Non un punto forte, non una spiegazione logica del perchè viene utilizzato dai clinici e dalle istituzioni di tutto il mondo. Se non una asserzione: "Ha creato un linguaggio unico e condiviso grazie al quale i clinici di tutto il mondo possono comunicare senza difficoltà".
Personalmente, non credo che questo sia un fatto positivo come può sembrare. Trovo, piuttosto, che il linguaggio comune sia stato imposto. O meglio, stemperando un po' il tono paranoico, credo che un manuale ben organizzato (forte validità interna a discapito di quella esterna), con un nome per ogni cosa (una diagnosi per ogni sintomo) e con finalità puramente descrittive (se non esiste causalità psicologica, il passo è breve perché si ipotizzi quella organica, con conseguenti terapie farmacologiche create "ad hoc") abbia attirato l'attenzione di chi, anche nel campo della malattia mentale, desidera pensare che ad A corrisponda sempre B.
Alla fine del mio percorso di studi, mi dispiace un po' conoscere a memoria i criteri diagnostici del disturbo schizoide di personalità e non saperne molto della schizoidia; avere bene in mente le differenze tra il disturbo ossessivo compulsivo in asse II e quello in asse I ma non saperne molto del pensiero magico dell'ossessivo, di chi è l'ossessivo e chi è lo schizoide.
Pubblico qui sotto il manifesto Anti-DSM, "manifesto a favore di una psicopatologia clinica che non sia solo statistica".
http://www.alidipsicoanalisi.it/manifesto-a-favore-di-una-psicopatologia-clinica-che-non-sia-solo-statistica.html
In questa pagina e nel manifesto vero e proprio sono spiegati in maniera molto dettagliata tutti i punti deboli tecnici, scientifici ed espistemologici che fanno del DSM un manuale diagnostico che fa acqua da tutte le parti, con le dovute conseguenze nocive, per la scienza e per l'uomo.
Da un secolo di psicoanalisi, psichiatria, fenomenologia, è stato creato un sapere che va ben al di là di una mera, piatta lista dei sintomi. Spero che sarete d'accordo con me.
AS
Criticato dai più, alle soglie della sua V edizione, il DSM è la bibbia della psichiatria odierna, un libro che stabilisce chi è malato di mente e chi no.
Mentre penso a cosa scrivere, mi accorgo che faccio fatica ad organizzare un pensiero, perché il tema è tanto complesso quanti sono i piani su cui si gioca il dibattito: ideologia, politica, economia, scienza, statistica. A partire dal 1980, anno della III edizione, la task force del DSM veste il manuale di due nuovi significanti: "ateoretico" e "descrittivo". Sulla ateoreticità si dice spesso nell'Università che sia uno dei maggiori punti di forza del manuale, in quanto da questa scaturisce un linguaggio non "contaminato" da nessuno dei pensieri storici della Psicopatologia, dunque un linguaggio impersonale e, finalmente, universale. La diversità di pensiero, quindi, è stata considerata come un problema al quale si è trovata una soluzione! Ma è davvero possibile muoversi nel campo sconfinato e indefinito della patologia mentale senza utilizzare una teoria, una bussola? E in quanto alla descrittività, penso che termini come "congruo", "bizzarro", "strano", "incoerente", che ricorrono nel manuale, siano viziati da un giudizio personale che tradisce l'intento della nosografia di essere puramente descrittiva.
Credo che i problemi, storicamente, siano cominciati da qui, cioè dal momento in cui è stato deciso di applicare ad una nosografia psichiatrica (descrizione di malattie e diagnosi) uno statuto scientifico forte.
La realtà, però, è che il DSM, ancora oggi, di scientifico ha solo la facciata. Il DSM è lontano tanto dalla Psicopatologia Clinica, dal pensiero psichiatrico, fenomenologico e psicanalitico di tutto il Novecento, quanto dalla scientificità che è supposta essere alla base del manuale. Il DSM non ha nulla di scientifico e le dimostrazioni che avvalorano questa tesi sono moltissime. Nelle facoltà di psicologia studiamo valanghe di pagine che parlano del DSM e non mi è mai capitato di leggere nulla di positivo riguardo al manuale. Non un punto forte, non una spiegazione logica del perchè viene utilizzato dai clinici e dalle istituzioni di tutto il mondo. Se non una asserzione: "Ha creato un linguaggio unico e condiviso grazie al quale i clinici di tutto il mondo possono comunicare senza difficoltà".
Personalmente, non credo che questo sia un fatto positivo come può sembrare. Trovo, piuttosto, che il linguaggio comune sia stato imposto. O meglio, stemperando un po' il tono paranoico, credo che un manuale ben organizzato (forte validità interna a discapito di quella esterna), con un nome per ogni cosa (una diagnosi per ogni sintomo) e con finalità puramente descrittive (se non esiste causalità psicologica, il passo è breve perché si ipotizzi quella organica, con conseguenti terapie farmacologiche create "ad hoc") abbia attirato l'attenzione di chi, anche nel campo della malattia mentale, desidera pensare che ad A corrisponda sempre B.
Alla fine del mio percorso di studi, mi dispiace un po' conoscere a memoria i criteri diagnostici del disturbo schizoide di personalità e non saperne molto della schizoidia; avere bene in mente le differenze tra il disturbo ossessivo compulsivo in asse II e quello in asse I ma non saperne molto del pensiero magico dell'ossessivo, di chi è l'ossessivo e chi è lo schizoide.
Pubblico qui sotto il manifesto Anti-DSM, "manifesto a favore di una psicopatologia clinica che non sia solo statistica".
http://www.alidipsicoanalisi.it/manifesto-a-favore-di-una-psicopatologia-clinica-che-non-sia-solo-statistica.html
In questa pagina e nel manifesto vero e proprio sono spiegati in maniera molto dettagliata tutti i punti deboli tecnici, scientifici ed espistemologici che fanno del DSM un manuale diagnostico che fa acqua da tutte le parti, con le dovute conseguenze nocive, per la scienza e per l'uomo.
Da un secolo di psicoanalisi, psichiatria, fenomenologia, è stato creato un sapere che va ben al di là di una mera, piatta lista dei sintomi. Spero che sarete d'accordo con me.
AS