in "Non fate i bravi. Educare e normalizzare in Italia oggi", a cura di Claudia Boscolo, http://www.psychiatryonline.it/node/5111
Nel 1989,
l’allora dirigente di Rai3 Angelo Guglielmi, Enrico Ghezzi e una squadra di
autori e critici cinematografici coniano una metafora di successo: la TV come Blob – Fluido mortale, film horror
fantascientifico del 1958. Nel film, il Blob è una creatura informe e
gelatinosa che invade la Terra, si insidia nelle abitazioni e nei luoghi umani
attraverso i condotti di aerazione e attacca gli uomini. Secondo Ghezzi e
collaboratori, la televisione italiana del ‘89 era già di questa natura.
Penetrata nelle case degli italiani - nei salotti prima, nelle sale da pranzo
poi - senza fare rumore, si è diffusa nello spazio vitale e ha aperto un buco
nella realtà umana, da cui sgorga, deborda un’altra realtà puramente immaginaria. Tale nuova realtà immaginaria, nella sua
mollezza e plasticità, ha avvolto lo schermo tramite cui facciamo esperienza
del mondo fuori di noi - in primis il
nostro linguaggio - rendendo la cultura stessa gelatinosa, non più strutturata
e strutturante. L’immagine della liquidità che ben si adatta ad assumere la
forma imposta dai contenitori esterni, senza opporre resistenze, è ancora oggi
molto utilizzata per comprendere lo spirito del tempo.
Nessun commento:
Posta un commento